Dopo quanti anni l’auto diventa d’epoca? La normativa aggiornata

A disciplinare la categoria delle auto d'epoca è il Codice della Strada. La legge stabilisce anche dopo quanti anni la vettura diventa d'epoca. Cerchiamo di approfondire insieme la questione.

Le auto, oltre a rappresentare un mezzo di trasporto, sono una testimonianza materiale  dell’evoluzione culturale di un paese. Proprio per questo motivo, i veicoli che hanno raggiunto un certo numero di anni di esistenza vengono riconosciuti come auto d’epoca

A definire meglio questa categoria è il codice della strada, che stabilisce non solo una serie di condizioni affinché una vettura possa essere denominata tale, ma anche tutte le conseguenze giuridiche che ne derivano.
In questo articolo cercheremo di capire meglio dopo quanti anni l’auto si definisce d’epoca.

I benefici di un auto d’epoca

Prima di capire quando un’automobile diventa d’epoca può essere utile elencare tutti i vantaggi per il proprietario derivanti dall’iscrizione nel registro. Innanzitutto, bisogna specificare che le auto d’epoca sono disciplinate dal Codice della Strada e, in particolare, dall’articolo 60. Inoltre, il decreto legislativo 285/92 stabilisce che questo tipo di auto appartiene alla categoria di autovetture con caratteristiche atipiche, di interesse storico e collezionistico.

Il proprietario, come dicevamo, può ottenere una serie di agevolazioni previste dalla legge. Nello specifico, può ottenere benefici inerenti agli importi dell’assicurazione, che sono notevolmente ridotti, e anche vantaggi circa il bollo, che dovrà essere pagato solo nel momento in cui si decide di circolare con l’automobile. La somma da pagare consiste in un importo forfettario di entità molto bassa, solitamente non supera qualche decina di euro, anche se il valore varia a seconda delle regioni. Di conseguenza, chi decide invece di conservare il veicolo senza utilizzarlo non è tenuto al pagamento. 

Dopo quanti anni l’auto diventa d’epoca

Avere un’auto d’epoca quindi può essere molto conveniente, ma quando può essere definita tale?Innanzitutto, bisogna fare una differenza tra auto storica e d’epoca. In generale, un veicolo diventa d’epoca quando è stato prodotto almeno 30 anni prima dell’iscrizione nel registro ASI. Viceversa, l’auto diventa storica dopo 20 anni di età.

Tuttavia, oltre al fattore temporale è necessario avere anche altri requisiti. Ad esempio, l’auto, per ottenere lo status, deve essere conservata in buono stato. Inoltre, devono essere radiate dal PRA e bisogna essere anche in possesso di una certificazione che attesti la salvaguardia delle caratteristiche originarie dell’auto. Una volta verificate tutte queste condizioni, bisogna procedere con l’iscrizione nel registro storico, in base a quanto stabilito dall’articolo 60 del Codice della Strada.

Le differenze tra le varie regioni

Come abbiamo già specificato, la disciplina inerente alle auto d’epoca varia da regione a regione. In particolare, è possibile provare diversi tipi di regolamenti e di restrizioni inerenti alla loro circolazione. Ad esempio, in Piemonte vige la restrizione che limita il transito nelle zone a traffico limitato, mentre invece in Lombardia il transito è permesso a qualsiasi automobile d’epoca, a patto che siano in possesso di un attestato di storicità o di un documento di omologazione rilasciato dal registro storico. In Liguria vige la libertà per i veicoli storici dei Registri sia nazionali che quelli diretti alle manifestazioni, mentre in  Toscana bisogna essere in possesso dell’attestato di storicità.

Le normative variano anche in base alle grandi città. Ad esempio nella capitale possono circolare le moto ma non le auto, a meno che non siano iscritte all’interno del registro storico.  A Reggio Emilia, Bologna e Padova la circolazione è limitata soltanto alle manifestazioni. Ad ogni modo, per conoscere nel dettaglio ogni singola normativa, è necessario rivolgersi ai siti ufficiali della propria regione. 

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